È NECESSARIA
UNA PSICOTERAPIA. PERCHÉ.
Quali miti
sulla psicoterapia da sfatare, quali da rifondare, quali da modificare, quali
da lasciare intatti.
Il mito
della psicoterapia che cura la follia. Come è cambiato il mito della follia
dalla Unità-sacra alla profanazione del corpo-mosaico malato. Chi sono i pazzi oggi rispetto a quelli di
ieri.
SE È DUNQUE
POSSIBILE E NECESSARIA UNA PSICOTERAPIA,
A CHI SERVE, A CHE SERVE E QUANDO SERVE.
E cioè,
quali sono i punti cardinali per orientarci.
a) L’ETICA. Il nord, la stella polare.
La casa comune di tutto e di tutti. Nulla ha futuro ed è utile al di fuori
dell’atteggiamento etico. Etos è la tana dell’animale, che l’animale rispetta e
in cui custodisce quanto ha di più prezioso. Solo se possiamo considerare
l’universo come nostra tana, ci sentiremo pezzi del grande mosaico che è
l’universo di cui facciamo parte e potremo rispettare tutto e tutti, pensieri
opere parole presenze che ci con-tengono, ci per-vadono e che a nostra volta
spesso in maniera inconsapevole pervadiamo e conteniamo.
b) LA CURIOSITÀ DELL’ESPLORATORE. L’est,
da dove inizia il percorso. La conoscenza della storia del pensiero umano, come
l’uomo è arrivato a sapere quello che sa sulle cose che lo circondano. In
particolare la conoscenza delle teorie su come funziona l’unità corpo-mente.
KUR suono e parola.
c) IL RITMO DEL JAZZISTA. Il Sud. Il calore
e il colore del sole. L’azimuth, il punto dove tutto si muove, freme, è vita
brulicante.Tutto, dal pensiero all’azione è riconducibile ad oscillazioni o
sequenze ritmiche, che avvengono in noi e fuori di noi. Sincronizzarsi, capire
i ritmi degli altri e introdurre, improvvisando, variazioni euristiche, e non
algoritmi (che ci farebbero assomigliare più a computer), che stimolano e
permettono l’adattamento. Sopravvive il più adatto dice Darwin.
Ritmo. Esserci. Improvvisazione. Senza un collegamento con la conoscenza
tutto questo non può trovare un’utilità e una trasmissibilità. Quello che conta
è il ritmo, che ha a che fare con il respiro e permette la variazione e
l’evoluzione. Il ritmo lega le voci diverse di una gruppo, ne permette il
dialogare e il distinguersi dal fondo. L’assolo del solista viene fuori e
cambia la melodia standard, può anche sospendere il ritmo momentaneamente ma
alla ripresa tutti si ritrovano con e nello stesso ritmo, con e nello stesso
insostituibile respiro.
d) L’EMOZIONE DEL VERSO POETICO. L’ovest, quando
il sole tramonta, e le tonalità calde della luce emozionano ed ispirano
poeticamente.
Solo la parola della poesia (da poiesis costruire) che non ha bisogno di
spiegazioni ma che arriva direttamente all’anima e cum-move, porta al
cambiamento, il verso poetico che suggerisce dunque e non spiega
è la parola che la psicoterapia deve preferire, metaforica, che ci porta
oltre gli ostacoli della ragione
Quindi una psicoterapia che sia ritmo
poesia curiosa esploratrice e rispettosa etica del mondo che ci è intorno.